Nuovi test sulle sigarette elettroniche evidenziano la presenza di sostanze tossiche
Le sigarette elettroniche, o e-cigarettes, potrebbero a breve essere sottoposte alle norme che disciplinano i prodotti medici. La Food and Drug Administration (FDA), l’ente americano che regola la distribuzione dei prodotti farmaceutici, ha infatti annunciato che presto farà richiesta formale per sottoporre a limitazione la vendita di queste sigarette. Questo comunicato arriva a pochi giorni dal decreto emanato da un tribunale federale americano sulla regolamentazione di dispositivi farmaceutici e in cui non è annoverato questo apparecchio per aiutare a smettere di fumare.
Tale decisione è maturata in seguito a dei test compiuti dalla stessa FDA su 19 marche di sigarette elettroniche che hanno evidenziato come siano presenti, nella metà dei campioni analizzati, sostanze nocive quali la nitrosammina, una sostanza cancerogena, il dietilenglicole e il glicolpropilenico, la cui tossicità però non è ancora stata dimostrata.
Da quando le sigarette elettroniche sono state inventate in Cina nel 2004, come mezzo per disincentivare l’uso del tabacco e ridurne la dipendenza, sono stati molti gli enti che si sono pronunciati sulla presunta pericolosità del prodotto. All’inizio della sua commercializzazione era stato dichiarato come innocuo per la salute. Le e-cigarettes, infatti sfruttano un vaporizzatore che agisce su una soluzione liquida di glicolpropilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi naturali assicurando una sensazione simile a quella delle sigarette tradizionali. Grazie a questo principio i danni causati dovrebbero essere pressoché minimi, sia perché la nicotina così inalata è poca e il catrame assente, sia perché non c’è combustione, che è il principale rischio cancerogeno del fumo.
Così, appurato in studi tossicologici che non risultavano tracce dei componenti cancerogeni del fumo tradizionale, sono nate le certificazioni dell’Unione europea. Ma dall’anno scorso la situazione è cambiata:, un rapporto della convenzione internazionale per il controllo del tabagismo, organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e firmata da oltre 170 Paesi, ha indicato come questa sigaretta non solo non aiuterebbe a smettere di fumare, ma potrebbe anche creare ulteriore dipendenza. Ciò è dovuto all’esistenza di ricariche che contengono nicotina e che con le e-cigarettes si può aggirare il divieto di fumare all’interno dei locali pubblici.
L’Italia si era mossa in anticipo rispetto a questo rapporto e già nel febbraio 2010 aveva richiesto ai produttori di sigarette elettroniche di evidenziare su tutti i prodotti, la concentrazione di nicotina, ove presente. Sicuramente quando si tratta di sostanze potenzialmente tossiche è sempre meglio far chiarezza ed indicare il principio attivo e i rischi a cui si va incontro.