L’oniromanzia, meglio conosciuta come interpretazione dei sogni, anticamente utilizzata come arte divinatoria, ritorna nella sua concezione primordiale nel medioevo ad appannaggio di re e imperatori con i loro sogni profetici.
L’Oniromanzia non è solo legata all’esoterismo ed alle scienze occulte, sono infatti numerose le trattazioni medioevali che spaziano da opere prettamente filosofiche e teologiche a quelle letterarie ed anche autobiografiche, che hanno tentato di mirare e cogliere le potenzialità del significato del sogno cercando di controllare l’imprevedibilità del sogno stesso attraverso una puntuale classificazione.
Molti autori che si interessarono di astrologia si occuparono dell’interpretazione dei sogni trovandone un legame stretto ed al tempo stesso individuando sottilissime relazioni tra l’uomo e il significato dell’universo.
Gli autori del medioevo o gli stessi praticanti, consideravano l’esperienza onirica ambivalente: da un lato i sogni venivano visti come qualcosa di pericoloso poichè il sogno poteva nasconde un messaggio del demonio, dall’altro però, i sogni potevano anch’essere di origine divina e attraverso questi potevano in certi casi prevedere il furuto, o quantomeno profetizzare su di esso.
La collocazione storica del medioevo non permette di inserire tra i protagonisti più conosciuti di questa non scienza Artemidoro di Daldi con la sua Onirocritica divisa in cinque libri le cui fonti attingono da tutto il mondo e comprendo sia la simbologia del sogno stesso che la sua idea di un sogno non sempre profetico.
Lo spagnolo Arnaldo de Villanova riconosciuto medico ma anche filosofo, facendo riferimento ad Artemidoro, esercitò, molto probabilmente mentre era in Italia nel XIII secolo, la pratica dell’interpretazione dei sogni come se fosse una professione, ben cinquecento anni prima che Sigismund Freud pubblicasse il suo “Die Traumdeutung” e che il suo “discepolo” Carl Gustav Jung si discostasse dalla sua visione. Villanova già dal canto suo distinse i sogni in due categorie: sogni indotti da una causa fisica e sogni indotti da una causa psichica, ma se andiamo ad elencare le opere che venivano utilizzate per capire i sogni e darne una spiegazione si vedrà che tale divisione servisse a ben poco.
I trattati di oniromanzia che permettevano la possibilità di dare un significato alla simbologia onirica si dividevano in tre categorie: l’alfabeto dei sogni, l’almanacco dei sogni e il libro della natura.
Il primo permette di interpretare i sogni sfogliando le lettere del dizionario onirico che verranno estratte a caso da un secondo libro, meglio se di argomento religioso. Questa tecnica permette una spiegazione del sogno del tutto casuale.
Il secondo invece permette di dare un significato al sogno attraverso le relazioni intercorse tra il momento del sonno e le fasi lunari. Anche in questo caso è preponderante la casualità.
Il terzo è quello che più si avvicina alle tecniche di oggi poiché si avvale del contenuto vero e proprio del sogno.
Sono da segnalare anche i miscellanee di informazioni utili attinte da ogni fonte accessibile a quell’epoca. Questi consistevano in manoscritti che risalgono sempre al XIII secolo e contenevano, oltre ai ricettari, un pò di tutto come proprio il libro dei sogni, un immancabile lunario e naturalmente l’erbario medico, tutti scritti in lingua volgare. Questi manoscritti rappresentavano una sorta di vademecum del medico laico.
Per quanto strano che sia, ma pur sempre come al solito, la chiesa si oppose fortemente alla diffusione di queste scritture che ben presto furono censurate in quanto rappresentavano nient’altro che credenze superstiziose ed erano oltraggiose nei confronti della religione.