Molto spesso si tende a confondere i termini psicologo e psicoterapeuta e ad utilizzarli come sinonimi. In realtà, anche se entrambi i professionisti intervengono su pazienti che soffrono di disturbi di natura comportamentale, cercando di individuare e curare le cause che hanno scatenato il disagio psichico, si tratta di due professioni distinte, che possono essere esercitate seguendo percorsi formativi differenti. Approfondiamo di seguito quali sono le differenze fra psicologa e psicoterapeuta.
Formazione professionale dello psicologo e dello psicoterapeuta
La differenza principale fra le due professioni sta nel percorso formativo da seguire per poterle esercitare. Nello specifico, ecco quale formazione devono conseguire coloro che vogliono diventare psicologi o psicoterapeuti.
Dal punto di vista del paziente, la soluzione ottimale è quella di poter entrare in contatto con uno psicologo che sia anche psicoterapeuta.
A Torino, città dalla quale scrivo, ci si può rivolgere alla dottoressa Anna Ambiveri Psicologa e Psicoterapeuta. che esercita da molti anni la professione.
Percorso di studi per diventare psicologo
In Italia il lavoro dello psicologo è riconosciuto dalla legge n. 56 del 1989 e include l’utilizzo degli strumenti di conoscenza e di intervento per fare prevenzione, effettuare diagnosi, per fare attività di abilitazione-riabilitazione e sostenere la persona, il gruppo, gli organismi sociali e le comunità in ambito psicologico.
Grazie al Ddl Lorenzin, approvato nel dicembre 2017 in Senato ed entrato in vigore con la legge n. 3 del 2018, la professione dello psicologo è stata riconosciuta come professione sanitaria. Per diventare psicologo bisogna conseguire un diploma di istruzione secondaria superiore che permette di accedere all’università e successivamente una laurea magistrale in Psicologia nella classe LM 51.
Dopo la laurea è necessario svolgere un tirocinio professionalizzante della durata di un anno presso una struttura convenzionata, poi bisogna sostenere un Esame di stato per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione.
Superato l’esame di Stato, il professionista può iscriversi alla Sezione A dell’albo degli psicologi. In questo albo esiste anche la sezione B, alla quale possono iscriversi coloro che seguono il percorso per diventare dottore in tecniche psicologiche.
Questa figura, sorta nel 2001 con l’introduzione delle lauree triennali, differisce da quella dello psicologo tradizionale perché prevede la laurea triennale al posto di quella quinquennale. Inoltre, necessita di un tirocinio di sei mesi e non di un anno, ma deve ugualmente superare l’esame di Stato per iscriversi alla Sezione B dell’ordine degli psicologi.
Chi non effettua l’iscrizione all’albo dopo aver superato l’esame di Stato non ha diritto ad utilizzare il titolo professionale di psicologo abilitato, ma può usare solamente quello di dottore psicologo. È importante sottolineare che se si esercita la professione di psicologo senza essere iscritto all’Albo si tratta di esercizio abusivo della professione e va segnalato all’Ordine regionale di riferimento.
Per accertare se un professionista è realmente iscritto all’Albo è sufficiente consultare l’Albo Unico dell’Ordine Nazionale Psicologi.
Percorso di studi per diventare psicoterapeuta
La professione di psicoterapeuta richiede un percorso piuttosto complesso e più lungo rispetto a quello dello psicologo. Infatti, bisogna innanzi tutto aver già conseguito il titolo di psicologo, oppure quello di medico chirurgo per intraprendere il percorso formativo. Per entrambe le professioni, di psicologo e di medico chirurgo, il professionista dovrà risultare iscritto ai rispettivi albi professionali.
Dopo la laurea bisogna seguire un corso almeno quadriennale, da conseguire presso scuole di specializzazione universitaria o riconosciute dal MIUR, come prevede la vigente normativa.
Il corso di specializzazione serve per fornire al professionista ulteriori competenze, che vanno ad aggiungersi a quelle già acquisite nei precedenti studi, e approfondimenti su strumenti professionali che permettono di intervenire in maniera più incisiva sul paziente rispetto a come può fare uno psicologo.
In seguito è previsto anche un tirocinio il cui esito verrà valutato da esperti psicoterapeuti. Per verificare se uno psicoterapeuta è abilitato all’esercizio della professione è sufficiente controllare all’interno dell’Albo professionale degli psicologi e dell’Albo professionale dei medici e odontoiatri, dove sono presenti i nomi di psicologi e medici autorizzati all’esercizio della psicoterapia.
Un esperto psicoterapeuta è in grado di avviare nel paziente un miglioramento costante, mirato a garantire tutti gli elementi per accettare sé stesso e per tornare alla socialità. Il professionista in questione, se veramente competente, è fra le poche figure che possono guidare la persona durante un processo di cambiamento e farle raggiungere una condizione di equilibrio personale migliore.
Differenze di applicazione della professione
Le due professioni, psicologo e psicoterapeuta, differiscono anche per i campi di applicazione.
Lo psicologo lavora in ambito clinico per rimuovere il disagio psichico patologico, in ambito scolastico per il recupero sociale di coloro che hanno difficoltà ad integrarsi, nel settore imprenditoriale e sportivo e in ambito accademico ha il compito di fare ricerche e insegnare la materia.
Il suo sostegno è basato sulla consulenza, sulla valutazione diagnostica del caso a lui sottoposto e sulla riabilitazione del soggetto, ma non può prescrivere farmaci in quanto non è abilitato.
Invece, lo psicoterapeuta è anche uno psicologo che, però, lavora con il disturbo del paziente, e il suo intervento viene configurato come terapia. Questa figura professionale è quella ritenuta più valida per intervenire sui disturbi psichici, anche di tipo cronico, per trattare i traumi psicologici pregressi al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono la crescita personale del soggetto. Per questo sfrutta elementi diversi e mirati a trattare la patologia.
Ogni psicoterapeuta, ovviamente, sceglie un approccio diverso a seconda del corso di specializzazione frequentato, ma in ogni caso la sua attività è più profonda di quella dello psicologo. Fra le tecniche di intervento utilizzate dallo psicoterapeuta vi sono la psicoanalisi, la terapia familiare o, ancora, quella cognitivo comportamentale. E se è anche medico, può istituire una terapia farmacologica per accelerare i risultati.
Quale specialista consultare in caso di disagio psicologico
Cosa fare quando si manifesta un disagio psicologico? A chi rivolgersi? Se si tratta di un disagio che non manifesta sintomi rilevanti è consigliabile rivolgersi alla psicologa, che saprà valutare la natura del disagio e confermare se il suo aiuto è utile ad eliminarlo o perlomeno alleviarlo, ma non può prescrivere farmaci.
Invece, in caso di disagio psichico diagnosticato, con sintomi più o meno gravi, è consigliabile rivolgersi ad una psicoterapeuta, che attraverso un colloquio clinico e una terapia adeguata può migliorare sensibilmente le condizioni del paziente.
Se poi la psicoterapeuta è anche un medico, può impostare un trattamento farmacologico ad hoc per alleviare il grado di sofferenza e ristabilire le condizioni indispensabili per proseguire con il lavoro psicoterapeutico.