Il prof. Gymkhana di Architettura, noto come pornoprof, che insegna presso la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, ha provocato un notevole danno all’istituzione. Una serie di denunce è stata presentata contro il suddetto docente per le sue relazioni private, concluse con studentesse iscritte al corso. La Sapienza afferma che le circostanze hanno creato un grande disagio sia nell’aula che all’interno degli uffici, compromettendo così l’operato della Facoltà dell’Ateneo capitolino.
1. “La Sapienza” alza la voce contro il “pornoprof”
Ieri i rappresentanti degli studenti di “La Sapienza” hanno organizzato una protesta contro il famigerato fenomeno del cosiddetto “pornoprof”. Gli studenti, compatti, erano a Roma per esprimere il loro disappunto nei confronti di alcuni docenti dell’Università, accusati di aver sfruttato la loro posizione di assistenti.
I manifestanti hanno ripercorso alcune vicende, alcune risalenti a più di dieci anni fa, di insegnanti che, durante i contatti privati con le allieve, si servivano dei mezzi telematici per richiedere e ricevere contenuti sessualmente espliciti. La reazione degli studenti è stata forte e decisa: “I professori sono un esempio per noi studenti, e ci aspettiamo che rilancino i valori e la missione educativa di La Sapienza”.
- Gli organizzatori hanno deciso di affrontare la questione con responsabilità e a testa alta, ribadendo l’importanza della dignità personale e professionale per ogni professionista che abbia rapporti con gli studenti;
- Gli studenti hanno ribadito la necessità di porre una ferma distanza da chi si macchi di atti indegni o inadeguati, ed hanno sottolineato come tali comportamenti minino le basi stesse su cui si fonda la cultura accademica.
2. Un docente sospeso per l’uso di materiale e luoghi impropri
Un docente di un istituto scolastico di una città del sud della Spagna è stato sospeso a seguito di accuse per la creazione di materiale e l’uso di luoghi scolastici impropri. Secondo le indagini dell’istituto scolastico, l’insegnante avrebbe creato materiale pedagogico contenente riferimenti blasfemi, con l’intenzione di mostrarlo ai bambini durante le lezioni scolastiche.
Inoltre, l’insegnante avrebbe anche usato un luogo scolastico per le sue attività private. Il governo locale e le autorità educative hanno condannato questo comportamento e hanno deciso di sospendere l’insegnante, vietandogli qualsiasi contatto con gli alunni a causa della gravità della violazione.
- Principale accusa: creazione di materiale pedagogico contenente riferimenti blasfemi
- Seconda accusa: l’uso di un luogo scolastico per le attività private
- Provvedimento preso: sospensione dell’insegnante
3. Le accuse: “Ci ha procurato un danno enorme”
Embezzarmento
Secondo l’amministrazione comunale, l’indagato avrebbe effettuato un significativo passivo di denaro, documentato tra il gennaio e il febbraio di quest’anno. Poiché l’ammontare delle somme interessate è di una certa portata, la questione è stata presentata alla corte perché valutasse la possibilità di un processo penale.
Calunnia
Inoltre, è stato rilevato che l’indagato avrebbe intrapreso una campagna di difesa basata su false accuse mosse contro una figura chiave dell’amministrazione. Ha inoltre cercato attivamente di spingere gli altri a condividere e a diffondere conoscenze false sulla città e sui suoi cittadini, gettando discredito sulla città e portando danno all’integrità dell’amministrazione.
4. Dall’Università un messaggio chiaro: Zero tolleranza
L’Università ha preso una posizione chiara in merito: zero tolleranza. Infatti, lo scorso 21 novembre è stato approvato un regolamento disciplinare riformulato in grado di garantire un clima sano e accogliente all’interno della struttura, tutelando al contempo i diritti della diversificazione e integrando principi di non discriminazione e di parità.
Gli studenti possono ora contare su un maggiore sostegno da parte del corpo docente, che garantisce il rispetto del regolamento. In particolare, i reati definiti per legge riceveranno una condanna pubblica e adeguata all’entità del comportamento, con sanzioni che vanno da una riprovazione amministrativa a una sospensione temporanea, fino all’espulsione.
Il regolamento prevede inoltre che venga applicata zero tolleranza per gravi violazioni, come:
- Tentativo di consigliare l’uso di sostanze proibite
- Azioni intenzionalmente lesive nei confronti di altri studenti
- Comportamento che crea un pericolo per la sicurezza degli altri studenti
- Ingiurie razziste, sessiste o omofobe
Grazie a questo regolamento, l’Università può ora condannare chi viola le norme e dare allo stesso tempo un messaggio chiaro: zero tolleranza è l’unico modo possibile per tenere un ambiente di apprendimento sano ed equo.
Così la notizia del Pornoprof iscritto all’Università La Sapienza di Roma ha sollevato ancora una volta l’attenzione di studenti e professori, accusando l’accaduto di aver procurato loro un danno enorme. La Sapienza è una delle più prestigiose università italiane ed è per questo che i suoi studenti si attendono una qualità alta della didattica e di componenti che possano garantire un ambiente di apprendimento sicuro e costruttivo. Rimane da vedere quale misura adottare per affrontare questa vergognosa situazione.