Nel quartiere Boccea, a Roma, si sta vivendo una situazione di degrado urbano sempre più preoccupante. Nei pressi della scuola primaria Clementina Perone, situata in via Giuseppe Taverna, i cittadini segnalano da settimane la presenza di rifiuti abbandonati, tra cui siringhe usate, bottiglie rotte, cartacce e altri materiali pericolosi. Un contesto che suscita forte allarme tra i genitori degli alunni e tra i residenti, preoccupati per la salute e la sicurezza dei bambini che ogni giorno frequentano l’istituto.
Rifiuti e siringhe davanti alla scuola: la denuncia dei genitori
La situazione è stata segnalata più volte da mamme e papà degli studenti della scuola Clementina Perone, che si trovano costretti a far attraversare ai propri figli un tratto di marciapiede invaso da immondizia e materiali pericolosi. A pochi metri dall’ingresso scolastico, infatti, si trovano spesso siringhe abbandonate, segno evidente della presenza di tossicodipendenti che frequentano la zona anche in pieno giorno.
“È inaccettabile che i nostri figli debbano camminare in mezzo a rifiuti e siringhe per andare a scuola”, denuncia una madre, sottolineando come la situazione sia diventata insostenibile. Le famiglie chiedono un intervento urgente da parte del Comune di Roma e dell’AMA, l’azienda incaricata della raccolta dei rifiuti nella Capitale.
Degrado urbano a Boccea: una situazione fuori controllo
Il problema dei rifiuti a Boccea non riguarda solo l’area attorno alla scuola Clementina Perone. In diverse strade del quartiere, tra cui via Mattia Battistini, via di Boccea e via Lucio II, si registrano accumuli di spazzatura, cassonetti stracolmi, e la presenza costante di discariche abusive. Una situazione che rende difficile la vivibilità del quartiere e che alimenta la rabbia dei residenti.
Secondo quanto riportato da diversi cittadini, la zona è diventata un punto di ritrovo per persone senza fissa dimora e soggetti dediti al consumo di sostanze stupefacenti, che spesso si rifugiano nelle aree meno illuminate o nei pressi dei cassonetti. Questo ha portato non solo all’abbandono di siringhe usate, ma anche a un aumento della percezione di insicurezza tra gli abitanti.
Richieste di intervento: la voce del territorio
I residenti e i genitori degli alunni chiedono a gran voce interventi di bonifica e maggiore sorveglianza. Le richieste principali includono:
- La rimozione immediata dei rifiuti e delle siringhe nei pressi della scuola;
- Una pulizia straordinaria dell’intero quartiere di Boccea;
- L’installazione di telecamere di sorveglianza nei punti più critici;
- Un presidio fisso delle forze dell’ordine nelle ore di ingresso e uscita da scuola;
- Un piano di sensibilizzazione e prevenzione contro il degrado urbano.
Molti cittadini si sono rivolti anche al Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma, chiedendo un’azione coordinata tra AMA, Polizia Locale e Municipi per affrontare in modo strutturale l’emergenza rifiuti e sicurezza.
La risposta delle istituzioni: ancora troppo debole
Finora, le risposte delle istituzioni sono state giudicate insufficienti. Nonostante le segnalazioni, la situazione nei pressi della scuola Clementina Perone rimane critica. Alcuni interventi sporadici di pulizia sono stati effettuati, ma senza alcuna programmazione o continuità. Gli abitanti lamentano una mancanza di ascolto da parte delle autorità locali e chiedono un piano a lungo termine per la riqualificazione del quartiere.
Il Municipio XIII, competente per l’area di Boccea, ha dichiarato di essere a conoscenza del problema e di aver sollecitato AMA a intervenire con maggiore frequenza. Tuttavia, i risultati tardano ad arrivare e il degrado continua a crescere.
Impatto sulla salute e sulla sicurezza dei bambini
Uno degli aspetti più preoccupanti è l’impatto che questa situazione può avere sulla salute dei bambini. Il contatto accidentale con siringhe infette rappresenta un rischio sanitario elevato, così come la possibilità di ferirsi con vetri rotti o altri oggetti taglienti abbandonati per strada. Inoltre, la presenza di individui in stato di alterazione nei pressi della scuola crea un clima di tensione e insicurezza che compromette la serenità delle famiglie.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il rischio di trasmissione di malattie infettive attraverso siringhe contaminate è reale, soprattutto in contesti urbani dove il degrado è diffuso e la gestione dei rifiuti è carente.
Educazione civica e partecipazione attiva: il ruolo delle scuole
In risposta a questa emergenza, alcune associazioni di genitori e insegnanti stanno promuovendo progetti di educazione civica e ambientale all’interno della scuola Clementina Perone. L’obiettivo è sensibilizzare i bambini al rispetto dell’ambiente e coinvolgerli in attività di cura del territorio, come giornate di pulizia partecipata e laboratori sul riciclo.
Queste iniziative, seppur importanti, non possono sostituire l’intervento delle istituzioni. Tuttavia, rappresentano un segnale positivo di attivismo civico e dimostrano quanto la comunità scolastica sia impegnata nel migliorare le condizioni del quartiere.
Un problema strutturale che richiede soluzioni durature
Il caso della scuola Clementina Perone è solo uno dei tanti esempi di come il degrado urbano e la cattiva gestione dei rifiuti stiano minando la qualità della vita nei quartieri periferici di Roma. Boccea, come molte altre zone della Capitale, soffre per la mancanza di un piano efficace di raccolta e smaltimento dei rifiuti, per l’assenza di controlli e per il degrado delle aree pubbliche.
È necessario un intervento sistemico che coinvolga tutti gli attori istituzionali: Comune, Municipi, AMA, forze dell’ordine e cittadini. Solo attraverso una strategia condivisa e ben pianificata sarà possibile restituire decoro e sicurezza a Boccea e garantire un ambiente sano ai bambini della scuola Clementina Perone.
Un appello per il futuro del quartiere
I genitori, gli insegnanti e i residenti del quartiere Boccea lanciano un appello alle istituzioni: non lasciateci soli. La presenza di siringhe e rifiuti davanti a una scuola è un segnale allarmante che richiede risposte immediate. È in gioco la salute dei bambini, la sicurezza delle famiglie e la dignità di un intero quartiere.
Solo con un’azione concreta, tempestiva e coordinata sarà possibile invertire la rotta e restituire a Boccea un futuro migliore. La scuola Clementina Perone non può e non deve essere lasciata nel degrado. È tempo di agire.