Una recente decisione della società Marino Pallavolo ha scatenato un acceso dibattito nel mondo dello sport giovanile: la separazione, all’interno della squadra Under 11, tra maschi e femmine. La notizia, che ha avuto ampia risonanza anche sui social media e nei gruppi di genitori, ha sollevato interrogativi importanti su inclusività, equità e regolamenti nel contesto dello sport giovanile.
Il caso della Marino Pallavolo Under 11
La squadra Under 11 della Marino Pallavolo, composta da bambini e bambine di età inferiore agli 11 anni, era inizialmente organizzata come gruppo misto. Tuttavia, secondo quanto riportato da fonti interne e confermato da alcuni genitori, la dirigenza ha deciso di riorganizzare il gruppo, separando i bambini e le bambine in due squadre distinte.
La decisione è stata motivata, secondo quanto riferito dalla società, dal rispetto del regolamento della Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV), che prevede la possibilità di creare squadre miste solo fino a una certa età e con determinate modalità. Tuttavia, l’applicazione di questo regolamento ha generato malcontento tra alcune famiglie, che hanno visto nella scelta una mancanza di attenzione ai valori dell’inclusione e della socializzazione tra pari.
Le reazioni dei genitori e della comunità
La notizia della divisione per sesso nella squadra Under 11 ha suscitato numerose reazioni tra i genitori dei piccoli atleti. In molti si sono detti contrariati dalla decisione della Marino Pallavolo, sottolineando come lo sport, soprattutto a livello giovanile, debba rappresentare un ambiente formativo e inclusivo, dove bambine e bambini possano crescere insieme, imparando il rispetto reciproco e la collaborazione.
Alcuni genitori hanno anche fatto notare che, a quell’età, le differenze fisiche tra maschi e femmine sono ancora minime e non giustificano una separazione netta. Altri, invece, hanno espresso comprensione per la scelta della società, se effettivamente vincolata da normative federali.
Il ruolo della FIPAV e i regolamenti federali
Secondo il regolamento della Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV), nelle categorie giovanili è possibile creare squadre miste fino alla categoria Under 13, ma con alcune limitazioni. Le squadre miste, infatti, devono rispettare criteri precisi, come il numero massimo di atleti di un determinato sesso in campo contemporaneamente. Questo per garantire un equilibrio competitivo e favorire la crescita tecnica di tutti i partecipanti.
La Marino Pallavolo ha dichiarato di aver agito nel rispetto di queste normative, ritenendo che la divisione per sesso fosse la soluzione più adatta per garantire il corretto svolgimento delle attività e la partecipazione ai campionati ufficiali.
Sport, inclusività e identità di genere: un dibattito aperto
Il caso della Marino Pallavolo Under 11 si inserisce in un contesto più ampio, in cui il mondo dello sport è sempre più chiamato a confrontarsi con temi legati all’inclusività, all’identità di genere e all’equità. Se da un lato le federazioni sportive devono garantire il rispetto delle regole e l’equilibrio competitivo, dall’altro è fondamentale che le società sportive, soprattutto a livello giovanile, promuovano valori come l’inclusione, il rispetto e la crescita armoniosa dei bambini.
In Italia, come in altri paesi europei, il dibattito su come gestire le squadre miste nello sport giovanile è ancora aperto. Alcune federazioni stanno sperimentando modelli più flessibili, che tengano conto delle esigenze individuali e delle differenze di sviluppo tra i bambini. Altre, invece, mantengono un approccio più rigido, basato su criteri anagrafici e fisici.
Le esperienze di altre realtà sportive
Non è la prima volta che una società sportiva si trova al centro di una polemica per la gestione delle squadre miste. In diverse città italiane, associazioni e società dilettantistiche hanno affrontato situazioni simili, cercando soluzioni che bilancino le esigenze regolamentari con quelle educative.
Ad esempio, alcune società di calcio e basket hanno adottato formule ibride, con allenamenti misti durante la settimana e partite separate nel fine settimana. Altre hanno creato progetti specifici per promuovere la partecipazione femminile, senza però escludere la possibilità di interazione tra i sessi.
Il punto di vista della Marino Pallavolo
La dirigenza della Marino Pallavolo ha ribadito di aver agito in buona fede, seguendo le linee guida federali e con l’obiettivo di offrire a tutti i piccoli atleti un percorso formativo adeguato. In una nota ufficiale, la società ha spiegato che la decisione di separare i gruppi è stata presa dopo un’attenta valutazione tecnica e organizzativa, e che continuerà a monitorare la situazione per garantire il benessere di tutti i partecipanti.
La società ha inoltre invitato le famiglie al dialogo, ribadendo la propria disponibilità a confrontarsi per trovare soluzioni condivise e rispettose delle esigenze di tutti.
Educazione sportiva e valori sociali
Lo sport giovanile ha un ruolo fondamentale nella formazione dei bambini, non solo dal punto di vista fisico, ma anche educativo e sociale. Attraverso lo sport, i più piccoli imparano il rispetto delle regole, la collaborazione, la gestione delle emozioni e il confronto con gli altri.
Separare le squadre per sesso può essere visto come un ostacolo a questo processo, soprattutto se non accompagnato da un’adeguata comunicazione e da attività che favoriscano comunque l’interazione tra maschi e femmine. Per questo motivo, è importante che le società sportive, le federazioni e le famiglie lavorino insieme per creare ambienti inclusivi, dove ogni bambino possa sentirsi accolto e valorizzato.
Quali prospettive per il futuro?
Il caso della Marino Pallavolo Under 11 potrebbe rappresentare un’opportunità per riflettere sul futuro dello sport giovanile in Italia. È necessario interrogarsi su come conciliare le esigenze tecniche con i valori educativi, su come aggiornare i regolamenti per renderli più inclusivi, e su come formare dirigenti e allenatori affinché siano in grado di gestire con sensibilità e competenza situazioni complesse.
La sfida è quella di costruire un modello sportivo che metta al centro il bambino, le sue esigenze, le sue potenzialità e la sua unicità, indipendentemente dal genere. Solo così sarà possibile trasformare lo sport in un vero strumento di crescita e di inclusione sociale.
Un’occasione per migliorare lo sport giovanile italiano
In definitiva, la vicenda della Marino Pallavolo Under 11 offre uno spunto prezioso per migliorare il sistema sportivo giovanile in Italia. È fondamentale promuovere una cultura sportiva basata sull’inclusività, sull’ascolto e sulla partecipazione attiva di tutte le componenti: bambini, famiglie, allenatori e dirigenti.
Solo attraverso il dialogo e il confronto sarà possibile superare le divisioni e costruire un ambiente sportivo più equo, accogliente e formativo per tutti.
Fonti utili e approfondimenti:
- Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV)
- Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)
- Dipartimento per lo Sport – Governo Italiano
Immagine consigliata: una foto di una squadra mista di bambini che giocano a pallavolo, con tag alt=”Squadra mista di bambini Under 11 durante un allenamento di pallavolo”.