Nel quadrante sud-est di Roma, tra la via Appia Antica e l’area del Parco della Caffarella, prende forma un progetto di riqualificazione urbana e ambientale che promette di restituire alla città uno dei suoi angoli più suggestivi: il Parco dell’Almone. Questo ambizioso piano, promosso dal Comune di Roma in collaborazione con la Regione Lazio e il Parco Regionale dell’Appia Antica, mira a trasformare un’area oggi in parte degradata in un polmone verde multifunzionale, con una forte vocazione ecologica, archeologica e paesaggistica.
Un progetto integrato tra natura e archeologia
Il cuore del progetto è il recupero dell’area attraversata dal fiume Almone, piccolo corso d’acqua sacro nell’antichità, che scorre nella valle della Caffarella e sfocia nel Tevere. L’obiettivo è duplice: da un lato, restituire alla città un ambiente naturale fruibile e rigenerato; dall’altro, valorizzare il patrimonio storico-archeologico presente nell’area, con particolare attenzione ai resti di epoca romana.
Il progetto prevede la realizzazione di un vero e proprio parco urbano che si estenderà per circa 20 ettari, comprendendo anche la riqualificazione dell’ex cartiera Appia e delle aree limitrofe. Verranno creati percorsi pedonali e ciclabili, aree attrezzate per il tempo libero, spazi per l’educazione ambientale e archeologica, e interventi di rinaturalizzazione del fiume Almone.
Gli immobili e le strutture previste
Uno degli aspetti più importanti del progetto riguarda la destinazione degli immobili esistenti, in particolare quelli dell’ex cartiera Appia. Questi edifici verranno recuperati e riconvertiti per ospitare:
- un centro visite del Parco Regionale dell’Appia Antica,
- spazi espositivi e museali dedicati alla storia del territorio,
- un centro di documentazione ambientale,
- laboratori didattici e aule multifunzionali,
- una caffetteria con bookshop,
- servizi igienici e punti informativi per i visitatori.
La progettazione degli immobili sarà improntata alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, con l’utilizzo di materiali ecocompatibili, pannelli solari, sistemi di raccolta delle acque piovane e tetti verdi.
Un parco inclusivo e accessibile
Il futuro Parco dell’Almone sarà pensato per essere pienamente accessibile a tutti. Verranno eliminati gli ostacoli architettonici e realizzati percorsi adatti anche a persone con disabilità motorie e sensoriali. Saranno presenti aree gioco inclusive e spazi per attività sportive leggere, come yoga, tai chi e ginnastica dolce.
Il progetto include anche la creazione di orti urbani e giardini condivisi, gestiti in collaborazione con associazioni locali e scuole, per promuovere l’educazione ambientale e la partecipazione attiva dei cittadini.
Valorizzazione del fiume Almone e degli ecosistemi
Uno degli elementi distintivi del progetto è la rinaturalizzazione del fiume Almone. Attualmente il corso d’acqua è in parte interrato e inquinato, ma il piano prevede la sua riapertura, la bonifica e il ripristino delle condizioni naturali. Saranno piantumate essenze autoctone, creati habitat per la fauna locale e installati pannelli informativi per spiegare il valore ecologico del fiume.
Questa operazione contribuirà a migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua, a ridurre il rischio idrogeologico e a favorire la biodiversità urbana. Il fiume Almone diventerà così il protagonista di un vero e proprio corridoio ecologico che collegherà il Parco della Caffarella con l’Appia Antica e il Parco dell’Acquedotto Felice.
Un’opportunità per il territorio e la comunità
Il progetto del Parco dell’Almone rappresenta un’importante opportunità di rigenerazione urbana per il quadrante sud-est di Roma, in particolare per i quartieri di Quarto Miglio, Appio Latino e il Municipio VII. La creazione di nuove aree verdi e servizi culturali avrà un impatto positivo sulla qualità della vita dei residenti e sull’attrattività turistica dell’area.
Inoltre, il parco potrà diventare un laboratorio di buone pratiche ambientali e sociali, grazie al coinvolgimento di associazioni, scuole, università e cittadini. Saranno promosse attività di volontariato, eventi culturali, laboratori di educazione ambientale e campagne di sensibilizzazione.
Tempistiche e finanziamenti
Il progetto è stato inserito nel Piano Urbano Integrato (PUI) finanziato con fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). L’investimento complessivo ammonta a circa 20 milioni di euro. I lavori sono stati affidati a Roma Capitale, che ha già avviato le fasi preliminari di progettazione e consultazione pubblica.
Secondo le previsioni, i cantieri partiranno entro il 2025 e l’inaugurazione del Parco dell’Almone potrebbe avvenire nel 2026. Tuttavia, il cronoprogramma sarà aggiornato in base all’esito delle gare d’appalto e all’avanzamento delle autorizzazioni.
Un modello di sviluppo sostenibile per Roma
Il Parco dell’Almone si inserisce in una visione più ampia di riqualificazione sostenibile e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale di Roma. L’obiettivo è quello di creare una rete interconnessa di spazi verdi, corridoi ecologici e percorsi ciclopedonali che colleghino i principali parchi storici della città, migliorando la mobilità dolce e la qualità ambientale.
In quest’ottica, il progetto del Parco dell’Almone rappresenta un esempio virtuoso di come sia possibile coniugare tutela ambientale, valorizzazione archeologica, inclusione sociale e sviluppo sostenibile. Un modello replicabile anche in altre aree urbane della Capitale e del Paese.
Approfondimenti e risorse utili
- Sito ufficiale di Roma Capitale
- Parco Regionale dell’Appia Antica
- Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Per rimanere aggiornati sull’avanzamento dei lavori e le iniziative legate al Parco dell’Almone, è possibile seguire i canali social del Comune di Roma e del Parco dell’Appia Antica, oltre a partecipare agli incontri pubblici e alle consultazioni aperte ai cittadini.
Il futuro del Parco dell’Almone: tra memoria e innovazione
Il Parco dell’Almone non sarà solo un’area verde, ma un luogo dove storia, natura e comunità si incontrano. Un progetto che guarda al futuro senza dimenticare il passato, capace di raccontare la Roma che cambia, che si rigenera e che punta sulla sostenibilità come chiave per il benessere collettivo. Un esempio concreto di come la rigenerazione urbana possa diventare un motore di sviluppo culturale, ambientale ed economico per l’intera città.