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Thursday 17 April 2025
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Roma, ambulatori medici nelle tensostrutture per i senza dimora: una risposta concreta all’emergenza sanitaria

Nel cuore di Roma, dove le disuguaglianze sociali si manifestano con maggiore evidenza, l’amministrazione capitolina ha avviato un progetto innovativo per garantire assistenza sanitaria ai senza dimora. Si tratta dell’attivazione di ambulatori medici all’interno delle tensostrutture, spazi temporanei ma attrezzati, pensati per offrire cure primarie e supporto sanitario a chi vive in condizioni di estrema fragilità sociale.

Un’iniziativa per l’inclusione sanitaria dei senza dimora

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comune di Roma, la Regione Lazio e le principali organizzazioni del terzo settore. L’obiettivo è quello di rispondere in modo efficace all’emergenza sanitaria che coinvolge le persone senza fissa dimora, spesso escluse dai tradizionali percorsi di cura. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione, rendendo ancora più urgente un intervento strutturato.

Le tensostrutture sono state installate in prossimità dei principali centri di accoglienza e delle aree dove si registra una maggiore presenza di persone senza casa. All’interno di questi spazi vengono garantiti servizi di:

  • Medicina generale
  • Assistenza infermieristica
  • Supporto psicologico
  • Orientamento ai servizi territoriali

Ambulatori medici nelle tensostrutture: dove si trovano

Attualmente, gli ambulatori sono attivi in sei tensostrutture distribuite in diversi municipi della città. Le aree interessate includono:

  • Via Assisi (Municipio VII)
  • Via Raffaele Costi (Municipio V)
  • Via di Grottarossa (Municipio XV)
  • Via Ramazzini (Municipio XII)
  • Via delle Messi d’Oro (Municipio IV)
  • Via Casilina Vecchia (Municipio VI)

Ogni struttura è dotata di personale sanitario qualificato, tra cui medici, infermieri e operatori socio-sanitari, oltre a volontari delle associazioni che operano nel campo dell’assistenza ai senza dimora.

Un modello replicabile per l’assistenza ai più fragili

Il modello degli ambulatori nelle tensostrutture rappresenta una soluzione flessibile e replicabile, pensata per rispondere alle esigenze di una popolazione spesso invisibile. Secondo i dati forniti dall’ISTAT, a Roma vivono oltre 7.700 persone senza fissa dimora, molte delle quali con patologie croniche non curate e difficoltà di accesso ai servizi sanitari.

Il progetto si inserisce in un più ampio piano di inclusione sociale e sanitaria, che vede coinvolti anche i servizi sociali municipali e le ASL territoriali. In particolare, l’ASL Roma 2 ha messo a disposizione personale medico per il presidio delle strutture, garantendo continuità assistenziale e tracciabilità dei casi più complessi.

Collaborazioni e sinergie con il terzo settore

Fondamentale è il ruolo delle organizzazioni non governative (ONG) e delle associazioni di volontariato che operano sul campo. Tra queste, spiccano la Caritas di Roma, la Croce Rossa Italiana, Medici per i Diritti Umani (MEDU) e la Comunità di Sant’Egidio. Queste realtà forniscono un supporto prezioso, sia in termini di risorse umane che di esperienza nella gestione delle emergenze sociali.

Grazie a queste sinergie, gli ambulatori non si limitano a fornire cure mediche, ma diventano veri e propri presidi di prossimità, capaci di intercettare i bisogni nascosti e costruire un ponte verso l’inclusione.

Assistenza sanitaria e accesso ai diritti

Uno degli aspetti più critici per i senza dimora è rappresentato dall’accesso ai servizi sanitari. Spesso, la mancanza di documenti o di una residenza anagrafica impedisce loro di usufruire dei servizi del Servizio Sanitario Nazionale. Gli ambulatori all’interno delle tensostrutture superano questo ostacolo, offrendo cure gratuite e senza necessità di registrazione preventiva.

Inoltre, viene fornita assistenza per il rilascio della tessera sanitaria temporanea e per l’iscrizione al medico di base, con l’obiettivo di reintegrare gradualmente queste persone all’interno del sistema sanitario.

Il ruolo della Regione Lazio e del Comune di Roma

La Regione Lazio ha stanziato fondi specifici per il potenziamento dell’assistenza sanitaria alle persone in condizione di grave marginalità. Il Comune di Roma, attraverso l’Assessorato alle Politiche Sociali, ha coordinato l’attivazione delle tensostrutture, in sinergia con i Municipi e le ASL competenti.

Secondo l’assessora Barbara Funari, si tratta di un intervento strutturale che mira a “restituire dignità e diritti fondamentali a chi è stato lasciato ai margini”. Un progetto che si inserisce in una visione più ampia di welfare urbano, orientata all’inclusione e alla riduzione delle disuguaglianze.

Risultati raggiunti e prospettive future

Nei primi mesi di attività, gli ambulatori medici nelle tensostrutture hanno già registrato oltre 2.500 accessi. Le patologie più frequentemente trattate includono:

  • Malattie respiratorie croniche
  • Infezioni cutanee
  • Disturbi psichiatrici
  • Dipendenze da alcol e sostanze

Ma oltre ai numeri, ciò che emerge è l’efficacia del modello nell’instaurare un rapporto di fiducia tra operatori e utenti, condizione indispensabile per avviare percorsi di cura e reinserimento sociale.

Un esempio di sanità di prossimità replicabile in altre città

L’esperienza di Roma può diventare un modello replicabile anche in altre grandi città italiane, dove il fenomeno della marginalità sociale è in crescita. Le tensostrutture per i senza dimora rappresentano una soluzione agile, economica e ad alto impatto sociale, che permette di portare la sanità là dove più serve.

Per garantire la sostenibilità del progetto, sarà fondamentale continuare a investire in formazione del personale, coordinamento interistituzionale e monitoraggio dei risultati. Solo così sarà possibile trasformare un’iniziativa emergenziale in una politica pubblica strutturale.

Verso una città più inclusiva: il valore dell’assistenza sanitaria ai senza dimora

Il progetto degli ambulatori medici nelle tensostrutture rappresenta un passo importante verso una Roma più giusta e inclusiva. In un contesto urbano complesso, dove le fragilità si intrecciano a dinamiche sociali ed economiche difficili, garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione abitativa, è un segnale di civiltà e responsabilità istituzionale.

Il futuro dell’iniziativa dipenderà dalla capacità di consolidare le reti di collaborazione, di ascoltare i bisogni reali delle persone e di adattare i servizi alle evoluzioni del contesto sociale. Ma una cosa è certa: la salute non può essere un privilegio, e Roma, con questo progetto, sta dimostrando che un cambiamento è possibile.

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Ambulatorio medico in tensostruttura per senza dimora a Roma




Giornalista, appassionato di marketing e vero e proprio "Tecnico Umanista", Simone Durante naviga nel mondo digitale fin dai tempi del modem a 56k.