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Tuesday 1 April 2025
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Screening tumore colon retto nel Lazio: adesioni ancora basse, ecco perché è fondamentale partecipare

Lo screening del tumore del colon retto rappresenta uno degli strumenti più efficaci per la prevenzione e la diagnosi precoce di una delle neoplasie più diffuse in Italia. Eppure, nel Lazio, i dati di adesione restano preoccupantemente bassi. Secondo quanto emerso da recenti analisi, meno della metà della popolazione target partecipa attivamente al programma di screening gratuito offerto dal Servizio Sanitario Regionale. Questo dato è allarmante, soprattutto considerando che la diagnosi precoce può fare la differenza tra una terapia efficace e una prognosi infausta.

Cos’è lo screening del tumore del colon retto

Lo screening del tumore del colon retto è un programma di prevenzione secondaria rivolto a uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Il test principale utilizzato è la ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF), un esame semplice, non invasivo e completamente gratuito. Se il test risulta positivo, si procede con un approfondimento diagnostico, solitamente una colonscopia, per identificare la presenza di eventuali polipi o lesioni precancerose.

Perché è importante partecipare allo screening

Partecipare allo screening consente di:

  • Individuare precocemente il tumore, aumentando notevolmente le possibilità di guarigione.
  • Rimuovere polipi prima che si trasformino in tumori maligni.
  • Ridurre la mortalità per tumore del colon retto nella popolazione.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, lo screening ha contribuito a ridurre la mortalità per questo tipo di tumore di circa il 30% nelle regioni dove l’adesione è elevata.

I dati nel Lazio: adesioni ancora troppo basse

Nel Lazio, la percentuale di adesione allo screening del tumore del colon retto è significativamente inferiore rispetto alla media nazionale. Secondo l’ultima rilevazione, solo il 43% delle persone invitate ha effettivamente eseguito il test. Questo significa che oltre la metà della popolazione potenzialmente a rischio ignora l’invito o non ritira il kit per il test del sangue occulto nelle feci.

Le Asl di Roma e delle altre province laziali inviano ogni anno centinaia di migliaia di lettere di invito, ma spesso queste restano senza risposta. Le cause sono molteplici: scarsa informazione, paura dell’esito, sottovalutazione del rischio, difficoltà logistiche o semplicemente disinteresse.

Come funziona lo screening gratuito nel Lazio

Il programma di screening del colon retto nella Regione Lazio prevede:

  • L’invio di una lettera di invito a casa, con le istruzioni per ritirare gratuitamente il kit per il test SOF (sangue occulto fecale) presso la farmacia convenzionata o la Asl di riferimento.
  • La consegna del campione raccolto presso il punto indicato.
  • La comunicazione dell’esito del test entro poche settimane.
  • In caso di positività, l’invito ad effettuare una colonscopia gratuita presso una struttura pubblica.

Il test va ripetuto ogni due anni, anche in assenza di sintomi, perché il tumore del colon retto può svilupparsi in modo silente.

Chi può partecipare allo screening

Il programma è rivolto a uomini e donne residenti nel Lazio, di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Non è necessaria la prescrizione medica, né alcun pagamento. L’invito arriva automaticamente a casa, ma chi non lo riceve può richiederlo alla propria Asl o consultare il sito ufficiale della Regione Lazio.

Le ragioni della scarsa partecipazione

Tra le principali cause della bassa adesione allo screening colon retto nel Lazio troviamo:

  • Scarsa consapevolezza dell’importanza della prevenzione.
  • Paura del risultato o della colonscopia.
  • Disinformazione su come ritirare e utilizzare il kit.
  • Tempi di attesa percepiti come lunghi per gli esami di approfondimento.
  • Barriere linguistiche o culturali, soprattutto tra le persone straniere.

Per migliorare l’adesione, è fondamentale investire in campagne di sensibilizzazione, formazione del personale sanitario e semplificazione delle procedure di accesso.

Il ruolo delle farmacie e delle Asl

Nel Lazio, le farmacie convenzionate svolgono un ruolo cruciale nel programma di screening. Sono il punto di riferimento per il ritiro e la consegna del kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Il personale è formato per fornire tutte le informazioni necessarie e aiutare l’utente nella corretta esecuzione del test.

Le Asl, invece, gestiscono l’invio degli inviti, l’organizzazione degli esami di approfondimento e il monitoraggio dei risultati. Un maggiore coordinamento tra farmacie, medici di base e strutture sanitarie può contribuire a migliorare l’efficacia del programma.

Come aumentare l’adesione allo screening

Per incrementare la partecipazione allo screening del tumore del colon retto nel Lazio, è necessario:

  • Potenziare la comunicazione istituzionale attraverso campagne sui media tradizionali e digitali.
  • Coinvolgere attivamente i medici di medicina generale nella promozione dello screening.
  • Utilizzare SMS e notifiche digitali per ricordare l’invito e i tempi del test.
  • Facilitare l’accesso ai kit, anche tramite consegna a domicilio.
  • Offrire supporto linguistico e culturale alle comunità straniere.

Alcune regioni italiane hanno già implementato con successo questi strumenti, ottenendo tassi di adesione superiori al 60%.

Testimonianze e impatto reale dello screening

Molti pazienti che hanno aderito allo screening del colon retto raccontano di aver scoperto lesioni precancerose in fase iniziale, evitando trattamenti invasivi e salvando la propria vita. Le storie di chi ha beneficiato del programma possono essere uno strumento potente per sensibilizzare la popolazione.

Inoltre, il risparmio per il sistema sanitario è significativo: una diagnosi precoce comporta costi molto inferiori rispetto a un trattamento oncologico avanzato.

Risorse utili e link informativi

Prevenzione e informazione: la chiave per salvare vite

La lotta contro il tumore del colon retto passa attraverso la prevenzione e l’informazione. Nel Lazio, come in tutta Italia, è fondamentale che ogni cittadino compreso nella fascia di età a rischio partecipi regolarmente allo screening. Solo così sarà possibile ridurre la mortalità, migliorare la qualità della vita e ottimizzare le risorse del sistema sanitario.

Partecipare allo screening è un gesto semplice, gratuito e fondamentale. Non aspettare: se hai tra i 50 e i 74 anni, verifica con la tua Asl o farmacia se hai ricevuto l’invito e ritira subito il tuo kit. La tua salute può dipendere da questo piccolo, grande gesto di prevenzione.



Giornalista, appassionato di marketing e vero e proprio "Tecnico Umanista", Simone Durante naviga nel mondo digitale fin dai tempi del modem a 56k.