Search
Saturday 19 April 2025
  • :
  • :

Termovalorizzatore Roma: ritirato l’emendamento sui poteri straordinari, cosa cambia ora

Il dibattito sul termovalorizzatore di Roma continua ad alimentare tensioni politiche e istituzionali. Dopo settimane di discussioni, il governo ha deciso di ritirare l’emendamento che avrebbe conferito poteri straordinari al commissario straordinario per la realizzazione dell’impianto. Una mossa che cambia gli equilibri del progetto e apre nuovi scenari per la gestione dei rifiuti nella Capitale.

Il contesto: il progetto del termovalorizzatore a Roma

Il termovalorizzatore di Roma è uno dei progetti più discussi degli ultimi anni in ambito ambientale e politico. Fortemente voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, l’impianto dovrebbe sorgere a Santa Palomba, nella zona sud della città, e rappresenta una delle soluzioni proposte per risolvere l’annoso problema della gestione dei rifiuti nella Capitale.

Secondo il progetto, l’impianto sarà in grado di trattare circa 600.000 tonnellate di rifiuti l’anno, trasformandoli in energia. Tuttavia, il termovalorizzatore ha diviso l’opinione pubblica e la politica: da un lato chi lo considera una soluzione necessaria e moderna, dall’altro chi lo vede come un ritorno a vecchie logiche dannose per l’ambiente.

Ritirato l’emendamento: cosa prevedeva

L’emendamento al decreto legge Agricoltura, proposto dal governo, prevedeva l’attribuzione di poteri straordinari al commissario straordinario, ovvero lo stesso sindaco Gualtieri, per accelerare i tempi di realizzazione dell’impianto. In particolare, l’emendamento avrebbe consentito di:

  • Snellire le procedure autorizzative
  • Superare eventuali vincoli paesaggistici e ambientali
  • Velocizzare le gare d’appalto
  • Accedere più facilmente a fondi pubblici

Il ritiro dell’emendamento rappresenta quindi un passo indietro significativo, che potrebbe rallentare l’iter del progetto.

Le reazioni politiche: tra accuse e rivendicazioni

La decisione di ritirare l’emendamento ha scatenato una serie di reazioni contrastanti. Il Movimento 5 Stelle ha rivendicato il ritiro come una vittoria politica, sottolineando come l’assegnazione di poteri straordinari avrebbe rappresentato una forzatura istituzionale e un precedente pericoloso.

Il centrodestra, invece, ha criticato la scelta del governo, accusandolo di piegarsi alle pressioni del M5S e di ostacolare un progetto fondamentale per Roma. Anche alcuni esponenti del Partito Democratico hanno espresso perplessità, temendo che il ritiro possa compromettere la realizzazione dell’impianto nei tempi previsti.

Le parole di Roberto Gualtieri

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha commentato il ritiro dell’emendamento con toni misurati ma determinati. Ha ribadito l’importanza strategica del termovalorizzatore per la città e ha assicurato che, nonostante l’assenza di poteri straordinari, il progetto andrà avanti:

“Il termovalorizzatore si farà. È un’opera essenziale per la chiusura del ciclo dei rifiuti e per liberare Roma dalla dipendenza dalle discariche e dai trasferimenti fuori regione.”

Gualtieri ha anche sottolineato che l’impianto è già in fase avanzata di progettazione e che sono stati avviati i procedimenti autorizzativi ordinari.

Implicazioni per il futuro del progetto

Il ritiro dell’emendamento sui poteri straordinari potrebbe comportare alcuni ritardi nella realizzazione del termovalorizzatore, ma non ne compromette necessariamente la fattibilità. Tuttavia, senza le semplificazioni previste, il progetto dovrà affrontare un iter più complesso, soggetto a vincoli ambientali, paesaggistici e burocratici.

Secondo fonti vicine al Campidoglio, l’obiettivo resta quello di avviare i lavori entro il 2025 e completare l’impianto entro il 2027, in tempo per il Giubileo. Ma molto dipenderà dalla capacità dell’amministrazione di gestire le autorizzazioni e le gare con i normali strumenti amministrativi.

Le critiche degli ambientalisti

Le associazioni ambientaliste hanno accolto con favore il ritiro dell’emendamento, ma continuano a opporsi al progetto del termovalorizzatore. Secondo Legambiente e Greenpeace, l’impianto rappresenta una soluzione superata e incompatibile con gli obiettivi europei di economia circolare.

Le principali critiche riguardano:

  • Le emissioni inquinanti prodotte dalla combustione dei rifiuti
  • Il rischio di disincentivare la raccolta differenziata
  • La scarsa attenzione alle alternative sostenibili come il riciclo e il compostaggio

Gli ambientalisti chiedono un piano alternativo basato su impianti di trattamento a freddo, centri di riciclo e una maggiore responsabilizzazione dei cittadini.

Il ruolo del governo e i rapporti con il Campidoglio

Il ritiro dell’emendamento ha anche una forte valenza politica. La decisione è arrivata dopo un confronto serrato tra Palazzo Chigi, i ministeri competenti e il Campidoglio. Secondo fonti governative, la scelta è stata presa per evitare fratture nella maggioranza, in particolare con il Movimento 5 Stelle.

Il governo ha comunque ribadito il proprio sostegno al progetto, ma ha preferito non forzare la mano con un provvedimento che avrebbe potuto sollevare contestazioni giuridiche e istituzionali.

Il termovalorizzatore nella strategia dei rifiuti di Roma

Il termovalorizzatore rappresenta uno degli assi portanti del nuovo Piano Rifiuti di Roma, che prevede una serie di interventi per migliorare la raccolta differenziata, potenziare la rete di impianti e ridurre la dipendenza da discariche e trasferimenti fuori regione.

Oltre al termovalorizzatore, il piano prevede:

  • La realizzazione di impianti per il trattamento dell’umido
  • Nuovi centri di raccolta e selezione
  • Campagne di sensibilizzazione per aumentare la raccolta differenziata

Secondo l’amministrazione, l’impianto di Santa Palomba sarà compatibile con gli obiettivi ambientali e dotato delle migliori tecnologie disponibili per ridurre l’impatto ambientale.

Collegamenti con altri progetti nazionali

Il dibattito sul termovalorizzatore di Roma si inserisce in un contesto più ampio, che riguarda la gestione dei rifiuti a livello nazionale. Anche altre città italiane, come Napoli e Palermo, stanno valutando la costruzione di impianti simili per far fronte all’emergenza rifiuti.

Il governo ha inserito il tema della gestione dei rifiuti tra le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), prevedendo finanziamenti per la modernizzazione del settore e la costruzione di nuovi impianti.

Link utili e approfondimenti

Prospettive future per il termovalorizzatore di Roma

Il futuro del termovalorizzatore di Roma resta incerto ma centrale nel dibattito politico e ambientale. Il ritiro dell’emendamento sui poteri straordinari rappresenta un ostacolo, ma non un punto di arresto definitivo. Il progetto prosegue, seppur con tempi e modalità più complesse.

Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione del quadro normativo, le scelte del governo e l’azione amministrativa del Campidoglio per capire se l’impianto vedrà effettivamente la luce nei tempi previsti. Intanto, la città continua a fare i conti con un sistema di gestione dei rifiuti ancora fragile, in attesa di una svolta concreta e sostenibile.



Giornalista, appassionato di marketing e vero e proprio "Tecnico Umanista", Simone Durante naviga nel mondo digitale fin dai tempi del modem a 56k.