Continua l’excursus per i quartieri di Roma, a caccia di iscrizioni e motti che caratterizzano numerosi edifici pubblici e privati della Capitale. “Le facciate parlanti – volume II” di Fabio Leone, pubblicato nell’ autunno 2009 dalla MMC Edizioni, esce forte del successo con cui era stato accolto pochissimo tempo prima il precedente volume, sempre da noi recensito (vedi Fuori le mura.it; 21 settembre 2009). Anche questo secondo volume si distingue per l’accurata veste grafica, realizzata in carta patinata e copertina plastificata. Il cospicuo materiale raccolto è costituito da numerose informazioni e curiosità storiche, 372 foto a colori originali e 10 mappe. Questa volta protagonisti del libro sono gli edifici ubicati nei quartieri esterni alle Mura di Roma, facenti parte del secondo, terzo e quarto quadrante. Per ciascun quartiere è sempre presente una planimetria indicativa con l’ubicazione dei luoghi citati, un elenco degli stessi, una breve storia del singolo quartiere e le schede relative agli edifici con le facciate parlanti.
Il viaggio questa volta inizia dal quartiere Tiburtino, ricco di storia, caratterizzato dalla presenza della città Universitaria, dove si incontra un notevole concentrato di iscrizioni latine, e dal borgo San Lorenzo, nato in origine per ospitare le abitazioni popolari degli operai e dei ferrovieri che lavoravano allo scalo merci, oggi zona per lo più nota per la movida romana e per la cospicua presenza di locali. Seguono il quartiere Prenestino-Labicano, in cui troviamo esempi di archeologia industriale come l’ex Istituto Serono, lungo la via Casilina; il borgo del Pigneto, altro centro di svago notturno con strade rese famose da importanti set cinematografici; il popoloso quartiere Tuscolano, con i suoi numerosi antichi acquedotti romani; l’Appio-Latino denso di testimonianze archeologiche; l’ Ostiense, zona ex industriale e commerciale, ora divenuta per lo più zona universitaria, dove insieme ad edifici moderni adibiti a ruoli direzionali, troviamo però una anche un’antica zona popolare come la Garbatella. Spostandoci sempre più a sud di Roma arriviamo al quartiere Europa, detto Eur, il più giovane per età, costruito negli anni Trenta per volere di Mussolini, classica testimonianza del regime pre-bellico, oggi quartiere che si distingue per il concentrarsi di importanti edifici aziendali, e per la modernità delle sue architetture, sia frutto del gusto neoclassicista del regime, che post moderno. Riavvicinandoci alle rive del fiume Tevere, ci imbattiamo nel quartiere Gianicolense, ricco di verde e di strutture ospedaliere, sviluppatosi attorno allo storico Monteverde Vecchio; poi ancora incontriamo l’Aurelio, strettamente legato alle attività religiose ruotanti attorno al Vaticano; il Trionfale, quartiere popolare legato ad antiche tradizioni romane, e per ultimo il quartiere Della Vittoria, spesso confuso con il contiguo Rione Prati da cui è separato solo da un lungo viale alberato.
In questo secondo volume de “Le facciate parlanti” di Fabio Leone, è interessante notare come con il passare degli ann , osservando nei quartieri di Roma lo svilupparsi ravvicinato di edifici più moderni accanto a quelli più vecchi, le facciate parlanti diminuiscano, lasciando a volte il posto a vere e proprie “facciate ammutolite”, ovvero facciate di palazzi vecchi con iscrizioni del tutto o in parte cancellate per scelta mirata o per scarso rispetto storico artistico. Sugli edifici più moderni invece, le tipiche iscrizioni in genere volute dai proprietari o dai costruttori, sono ormai del tutto assenti. Oggi che il latino è ormai considerata una “lingua morta”, sembra sia morta con essa anche la loquacità del popolo romano, o forse più che morta, sembra che la funzione comunicativa degli edifici parlanti sia stata eredita dai graffiti, opera dei writers, oggi sempre più diffusi.
A proposito dell’utilizzo della lingua latina, è opportuno ricordare le osservazioni di Giulio Andreotti, curatore della prefazione del libro. Egli ricorda, infatti, come l’utilizzo del latino, nella maggior parte dei casi documentati dall’ autore, risalga ad iscrizioni su edifici dei primi decenni del Novecento, quando la “cultura classica, anziché bistrattata e guardata con un po’ di disprezzo come sarebbe avvenuto in seguito, era sentita come un patrimonio comune e largamente condiviso. Indubbiamente si era convinti che il latino, sia che si trattasse di citazioni di classici o di sentenze composte per l’ occasione, nobilitasse e conferisse maggio prestigio alla scritta.”
Nel complesso, il progetto di Fabio Leone si concretizza anche in questo volume nello scoprire e divulgare la storia di Roma, non solo quella con la “S” maiuscola, ma anche quella storia fatta di curiosità e quotidianità popolare, spesso meno conosciuta, che non troverete nei comuni libri di storia. Sono proprio i motti presenti sulle facciate dei palazzi di Roma, infatti, a rivelarci questa storia minore, questa saggezza popolare e allo stesso tempo letteraria che si è perpetrata lungo i secoli nella Città Sempre Eterna. E anche lì, dove oggi le facciate smettono di parlare, chissà se anche questo loro silenzio, non sia per noi un messaggio?
Titolo: Le facciate parlanti – Volume II
Sottotitolo. I motti sui palazzi nei quartieri di Roma
Autore: Fabio Leone
Editore: MMC Edizioni
Collana: A spasso con la storia
Genere: Saggistica su Roma – saggio storico – architettonico
Pagine: 128
Prezzo: € 33.00
Formato: Libro in brossura, illustrato
Data di pubblicazione: 2009