Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi di Gaetano Cappelli
Sembra il titolo di una commedia degli anni Settanta, di quelle con Alberto Sordi, di quelle scollacciate con Laura Antonelli o Edwige Fenech, di quelle di Lina Wertmüller dove Giancarlo Giannini e Mariangela Melato si pigliano a parolacce per poi fare l’amore in maniera truculenta e passionale: Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi. Ci vuole una punta di energia per leggere il titolo dell’ultimo romanzo di Gaetano Cappelli, maestro della comicità letteraria italiana della sua generazione (classe 1954). Sperando di ricordarmelo precisamente e non con storpiature. Scrittore del sud e per il sud secondo molti, scrittore che possono leggere tutti secondo me (che sono meridionale anch’io). Uscito lo scorso autunno il romanzo ha riscosso negli ultimi mesi recensioni entusiastiche da parte dei critici, è stato presentato da Gian Arturo Ferrari e Marina Valensise al Premio Strega 2013 riuscendo a rientrare nei dodici pre-finalisti in attesa che si conoscano i nomi della cinquina finale il prossimo mese, notevoli commenti positivi ha ricevuto pure da parte dei lettori (non solo dai suoi vicini di casa potentini), anche se in molti si lamentano non essere il suo Parenti lontani. Povero Cappelli, sembra condannato come il protagonista del suo libro Giulio Guasso il cui successo lo tiene legato ad un unico libro. Quel Giulio Guasso che ha deciso di diventare scrittore perché una donna di cui era innamorato trent’anni prima gli aveva detto che gli piacevano gli scrittori. E lui eccolo diventato, peccato che la carriera di scrittore di Giulietto non sia proprio decollata e per questo è stato costretto a fare l’insegnante di pianoforte nella provincia meridionale (quella lucana alla quale appartiene lo stesso Cappelli, che non ha cambiato lavoro invece) e sposare un’altra. D’altronde era quello il suo destino, diventare pianista, o meglio l’erede del grande Arturo Benedetti Michelangeli. Lo stesso Benedetti Michelangeli infatti era andato in sogno alla madre di Giulio per segnare il destino dell’uomo. Come potersi esimere da cotanto onore dopo che una tale figura si era presa tale fastidio?! È inutile dirlo, dopo l’incontro fugace con l’amore della sua vita, tale Elena Bulbo D’Ambra, ricchissima e affascinantissima, lei si era defilata, ma Giulio continua a struggersi per lei ancora dopo trent’anni. Ma il caso vuole che la madre di uno dei suoi allievi procuri all’ormai non più giovanissimo ragazzo un ingaggio nell’incantevole località di Ravello, lontano dalla sua numerosissima e rumorosissima famiglia, lontano dalla realtà di tutti i giorni. E chissà se qualcosa, forse il passato, non possa tornare a bussare alla porta del nostro carissimo protagonista …
È inutile dire che la comicità di Gaetano Cappelli possiede il doppio registro di far sorridere il lettore sulla dimensione atavica della provincia meridionale, fatta di tutte le contraddizioni che sappiamo, e al stesso tempo arricchirlo di una forte connotazione malinconica, che guarda al passato e al tempo generazionale dello stesso autore, gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Con un occhio velato di lacrime per un mondo che sembra sempre migliore di quello che è poi davvero; una visione che condividono gran parte degli scrittori contemporanei. Lo stesso discorso infatti l’ho fatto proprio questa settimana con un’autrice che non c’entra nulla con Cappelli e che è lontana dalla sua realtà mille miglia, l’americana Dana Spiotta, tra l’altro più giovane dell’autore lucano, ma che nel libro Versioni di me (edito da minimum fax) racconta la generazione della fine degli anni Settanta, quella punk rock con lo stesso sguardo triste, lo stesso desiderio di un ritorno ad un passato che non c’è più, una storia affrontata con lo stesso tono evocativo che và avanti e indietro, fra passato e presente. Certo lo stile di Cappelli è molto diverso da quello di Dana Spiotta, perché qui lo sguardo si avvale di linguaggi espressamente italiani nella messa alla berlina della società, nella costruzione di personaggi grotteschi (pensiamo alla figura dello zio Sgiascì, carabiniere che ha lavorato a Roma e per questo si sente evoluto). In tutta questa velata tristezza Gaetano Cappelli è graffiante, crudele e se dovessimo paragonarlo al cinema (solo in parte) di quel periodo a cui abbiamo fatto riferimento in apertura nonché ad un grande maestro della comicità dovremmo fare il nome di Mario Monicelli. Credo che nemmeno lo stesso Cappelli voglia scomodare tale nome, ma se magari Monicelli viene in sogno a qualche suo parente … perché no!
Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi
Autore: Gaetano Cappelli
Casa editrice: Marsilio, 2012
Collana: Farfalle – La commedia
Pagine: 239
Prezzo: 16,00 € (cartaceo), 9,99 (e-book)
Category: Libri