La coltivazione di alberi in miniatura detti comunemente bonsai risale al VI secolo e precisamente in Cina. Si tratta tra l’altro di una forma d’arte nota come Penjing ed importata poi in Giappone negli anni 603 e 839. Oggi questi esemplari vengono coltivati in tutto il mondo, sono di svariate specie e ognuno con una forma e significato ben definito. A tale proposito, ecco una breve storia del Bonsai.
L’era primordiale del Bonsai
Nel 1299 i primi Tipi di Bonsai già apparvero e sono riconoscibili in dipinti a mano come l’Ippen Shonin Eden, ossia il primo rotolo conosciuto per raffigurare alberi in miniatura datato 1195. Nel 1309 durante il periodo Kamakura, il rotolo Kasuga-gongen-genki mostra un vassoio di legno e vasi simili a piatti contenenti paesaggi di alberi nani posti su panche di legno. Tali novità, probabilmente importate dalla Cina, accentuavano la ricchezza del proprietario. Inoltre, i monaci buddisti cinesi Chan andarono in Giappone per insegnare nei monasteri, e dando vita a questa coltivazione su larga scala in tutto il paese del Sol Levante e molto apprezzata per decorare le case e i giardini.
L’evoluzione del Bonsai nel tempo
Alcuni Tipi di Bonsai del XVII secolo sono ancora esistenti e uno dei più antichi viventi conosciuti pare che abbia almeno 500 anni, ed è uno dei tesori nazionali del Giappone facente parte della collezione del Palazzo Imperiale di Tokyo. L’albero nello specifico è un pino a 5 aghi noto come Sandai-Shogun-No Matsu. Secondo recenti studi fu creato nell’anno 1610 dallo shogun Tokugawa Iemitsu ossia un appassionato di Hachi-No-Ki. Entro la fine del XVIII secolo, la coltivazione dei Bonsai si era tra l’altro diffusa sviluppando un grande interesse pubblico. All’inizio del XIX secolo gruppi di studiosi dell’arte cinese del Penjing si riunirono a Itami e Hyogo (vicino a Osaka), per discutere gli stili recenti nell’arte degli alberi in miniatura. Gli stili che in precedenza erano stati chiamati Bunjin Ueki e Bunjin Hachiue, sono stati ribattezzati poi con l’attuale nome di Bonsai. Questo nuovo termine aveva la connotazione di un contenitore poco profondo in cui i giapponesi potevano modellare con più successo i piccoli alberi. Durante l’ultima parte del 19° secolo, la partecipazione giapponese a varie mostre internazionali ne ha introdotto molti nel mondo occidentale. Inoltre i vivai di esportazione (il più importante dei quali è la Yokohama Gardeners Association) fornivano alberi nani in vaso di buona qualità per americani ed europei, sebbene gli acquirenti non avessero informazioni su come mantenerli in vita.
Il gran pregio del Bonsai odierno
Il Bonsai ha ormai definitivamente raggiunto un pubblico mondiale, e ciò si evince dalla presenza di oltre milleduecento libri sulla sua coltivazione e le arti correlate tradotti in almeno ventisei lingue e disponibili in circa novanta paesi e territori. Come ulteriore dimostrazione del gran pregio e dell’enorme a popolarità dei bonsai, va altresì aggiunto che oggi esistono almeno centomila appassionati in circa millecinquecento club e associazioni in tutto il mondo, oltre a cinque milioni di hobbisti non associati e numerosi siti web, che propongono la vendita di Bonsai Online. La coltivazione di alberi in miniatura in contenitori non è tuttavia solo un’arte antica, la sua forma e il design originario della Cina ha infatti subito molti cambiamenti. Ad esempio, le classificazioni per il dimensionamento degli alberi in sottocategorie tendono a variare in modo preciso. Tale caratteristica è legata al fatto che ogni singolo Bonsai è unico, anche se alcuni possono o meno rientrare in ogni categoria nonostante le loro dimensioni esatte. A margine vale la pena citare quelli che oggi occupano i primi tre gradini di un podio virtuale e che sono nell’ordine: il Bonsai Shunkaen che pare abbia più di 800 anni di età, il Goshin (protettore dell’anima) e il Mini Bonsai (Shohin) ossia un esemplare a fioritura estiva e invernale che produce piccole bacche rossastre.